Abitare lo specchio - una trilogia

Regia di Alessandro Businaro

Drammaturgia di Tommaso Fermariello

Dramaturg Stefano Fortin

Scene e costumi di Gregorio Zurla

Luci di Gianni Staropoli

Sound di Dario Felli

Digital Humanities consultant Dario Del Fante

Assistenti alla regia Nicola Andretta, Elisa Pastore, LahireTortora

Assistente a scene e costumi Alberto Allegretti

Con Caterina Benevoli, Andrea Bonfanti, Gianluca Bozzale, Lorenzo Frediani, Eleonora Landi, Claudia Manuelli, Ivan Olivieri, Gianluca Pantaleo, Marta Riservato, Jessica Sedda, Daniele Tessaro

Produzione Teatro Stabile del Veneto

Cos’è Abitare lo specchio ? È una trilogia che è stata creata al Teatro Stabile del Veneto nel 2021 da me, Tommaso Fermariello, Stefano Fortin e 11 performer. Questo progetto era contenuto all’interno di un contenitore progettato da me e Fortin che si chiamava Orizzonte Postumo. Ne parlo in questa intervista. In questo progetto residenziale due registi, un dramaturg, due drammaturghi, un consulente di digital humanities e un gruppo di attori hanno lavorato per 6 mesi per indagare la tematica del desiderio e la tematica della morte, in un periodo in cui la pandemia era ancora un tema di attualità. Da questo progetto sono nati tre spettacoli: Sciupafiabe, Home Run e Istruttoria.

Abitare lo specchio è stato un progetto travolgente per me e mi ha dato modo di toccare con mano quanto un processo che non parta da forme precostituite, ma da domande e da dei vuoti (anche di conoscenza) possa portare a dei risultati performativi incredibilmente più ricchi. I principi su cui si orienta Bus 14 (la compagnia fondata da me, Stefano Fortin e Chiara Businaro) li abbiamo inconsapevolmente individuati lavorando a questa trilogia.

Quattro bambini si trovano nel bosco a giocare, in un luogo dove si può fare tutto e in cui non valgono le regole del mondo esterno. Al centro del palco una grande macchia nera, ancora fresca, con cui ci si può ancora sporcare. Il punto di vista è quello di una donna che assiste allo spettacolo, del quale finisce col diventarne suo malgrado protagonista.

Sciupafiabe

La donna, ormai protagonista della storia, oltrepassa la macchia e ritorna a casa, un luogo dove si accumulano ricordi, rapporti irrisolti e violenza. In scena una teca, che protegge quello che sta al suo interno e, allo stesso tempo, lo rende visibile attraverso i suoi muri trasparenti: un rifugio, una vetrina, un posto in cui soffocare.

Home Run

La donna compie l’ultima tappa del processo. Alla parola, in quanto segno di testimonianza, è affidato lo scioglimento dei nodi e delle tensioni che il viaggio della trilogia ha messo in luce. L’eredità è quella di un racconto che comincia ma non finisce, nel quale scopriamo di essere tutti irrimediabilmente macchiati.

Istruttoria

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35040 (2023)

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George II (2020)